I Manoscritti di Nag Hammadi sono una collezione di testi gnostici scoperti nel 1945 in Egitto, vicino alla città di Nag Hammadi, nell'Alto Egitto. Questo ritrovamento è considerato uno dei più significativi ritrovamenti archeologici del XX secolo, poiché ha fornito una comprensione più profonda e diretta del Gnosticismo.
Contesto della Scoperta:
La scoperta avvenne accidentalmente da parte di un contadino locale, Muhammad Ali al-Samman, mentre scavava alla ricerca di sabbia fertilizzante per il terreno. Trovò un'anfora sigillata contenente tredici codici papiracei rilegati in cuoio. I codici contenevano un totale di 52 testi differenti.
Contenuto dei Codici:
I testi di Nag Hammadi sono scritti in lingua copta, ma si pensa siano traduzioni dal greco. Essi coprono una vasta gamma di argomenti, tra cui:
Significato e Importanza:
I Manoscritti di Nag Hammadi hanno rivoluzionato lo studio del Cristianesimo Antico e del Gnosticismo. Hanno fornito una visione interna e più completa del pensiero gnostico, precedentemente conosciuto principalmente attraverso le confutazioni dei Padri della Chiesa. Hanno anche sollevato importanti questioni sulla natura della fede, dell'autorità religiosa, e dell'interpretazione dei testi sacri.
Accesso e Traduzioni:
Dopo la scoperta, i manoscritti furono conservati in un museo del Cairo e successivamente pubblicati e tradotti in diverse lingue, rendendoli accessibili agli studiosi e al pubblico. Le traduzioni in italiano sono ampiamente disponibili.
I Manoscritti di Nag Hammadi continuano ad essere oggetto di studio e interpretazione, offrendo una finestra affascinante e complessa sul mondo religioso e intellettuale del tardo antico.